mercoledì 31 dicembre 2008

Cazzate circostanziate 2^ - Il periodare

In tempo di elezioni, scrutini, spogli, vincenti e perdenti, mi stupisco una volta di più di quanto i nostri personaggi politici sappiano parlar bene l'italiano. Sia detto senza ironia, l'altra sera ho seguito una trentina di minuti ( i primi) di "Porta a porta" e mi è sembrato di presenziare a una riunione dell'Accademia della Crusca. Lessico e periodare perfetti, finanche il gesticolare mi è sembrato posato e ritmico, quasi come un solfeggio. Credo che chiunque abbia un minimo di velleità in campo oratorio debba tenere conto di una "palestra" come quella della politica.

La "cazzata circostanziata" di oggi è che "l'apparenza è mezza sostanza". Ma il guaio vero è che questo detto si comincia a sentire un po' troppo spesso.

Buon periodare a tutti

domenica 28 dicembre 2008

Obiezioni sconclusionate 1^ - Creativi e vasche idromassaggio

Avete provato a guardarvi intorno durante uno spettacolo pirotecnico?

La sensazione è che ci inebetiamo tutti. Naso all'insù, occhio pallato, bocca semi aperta, silenzio assoluto. Praticamente c'è più vita e capacità di discernimento in una pianta grassa.
Che strano, bimbi a parte, tutti noi altri abbiamo una perfetta cognizione dell'epoca in cui viviamo: navigatori satellitari, schermi piatti al plasma, realtà virtuali, videotelefonini, innovazione digitale e bla e bla e bla...
Oh, di fronte ai fuochi d'artificio, ci ammassiamo come cespugli uno sull'altro. Tutti con la testa all'insù.
Una sera ho visto un amico talmente rapito da tentare di bere da una lattina di birra vuota, dove avevo appena spento un mozzo.
Cos'è che ci rapisce?
I colori? I rumori? L'imponenza dello spettacolo nell'insieme delle due cose?
Probabilmente l'ultima.
Penso al cinesimo che un migliaio di anni fa ha inventato questo tipo di spettacolo. 'Azzo che genio.
Sarà certamente stato un praticone che aveva familiarità con polvere da sparo e chimica, probabilmente aveva anche un certo gusto estetico, sicuramente gli mancavano non meno di due falangi fra le due mani. Io azzardo: magari era anche orbo. Vestiva certamente di seta grezza grigina, mangiava poco e riso. Rideva mai e parlava nulla. Si muoveva con una lentezza disarmante e aveva timore financo di scorreggiare (Provate voi a farlo, mentre armeggiate con fiamme, fuochi e polvere da sparo). La sera del primo spettacolo per l'imperatore, probabilmente tutto il merito andò al mandarino di turno, mentre lui, fermo dietro l'ultima colonna della città proibita, con il suo moncherino si toccava le palle. "Speliamo che vada tutto bene".
Una volta che lo spettacolo si fosse rivelato unn successo, avrebbe avuto una ciotola di riso in più e un pezzo di montone speziato da sbranare con calma.

Lui ha miscelato polvere e componenti chimici nelle giuste dosi e...oplà. Per mille anni ci siamo ciucciati il giochetto. Una cosa semplice che dura ancora oggi. E che ci rapisce. Un vero creativo. Un vero genio.

Oggi? Oggi i nostri creativi vestono con pantaloni larghissimi, con borsette indiane a tracolla e sandali firmati anche d'inverno, ondeggiano mentre parlano velocemente, mettono occhiali con lenti di vetro, perchè ci vedono benissimo, ma l'accessorio fa tendenza e poi creano creano...Hanno meningi che sembrano zampogne abruzzesi. Fanno spettacolo.
'Azzo come creano. l'ultima pubblicità della Fiat ve la ricordate. Massì, quella con l'uomo nudo che corre in mezzo a un campo di calcio e il commentatore con fintissimo accento brasiliano che simula soncerto.
Loro si riuniscono in "pool", fanno "meeting", non hanno capi ma "Team leader", sono pagati in dollari e devono per forza dire qualcosa di originale, anzi di più: di assolutamente inconsueto. La loro ciotola di riso e un assegnino ben proporzionato rispetto alla frociesca borsetta che fa bella vista sul loro pube, mentre il montone è una pistarella di cocaina che apre la mente verso nuove, incredibili, spettacoli creativi.

Io non dico che una volta, mille anni fa, era meglio, ma semplicemente che il vero genio si nasconde dietro la sempicità.
Che senso ha munirsi di vasche idromassaggio, se con una serie di peti si può ottenere lo stesso risultato?
Oh lo dice Eddy Murphy, mica io..

Involutamente

Buon Natale!

Giusto, non ho augurato Buon Natale a nessuno... Vabè Buon Natale a tutti!
Banale, ma efficace no?

sabato 20 dicembre 2008

Cazzate circostanziate 1^ - Il "Far west"

Oggi non sopporto le espressione mutuate dalla lingua inglese. Mi stanno proprio sul culox.
Per esempio: FAR WEST. Può essere tradotto in FAR OVEST?
Ma in Italia il concetto di OVEST è un concetto puramente geografico. L'OVEST italiano è Torino, il Piemonte, la Liguria, Genova, Domodossola, Ventimiglia va...
Meglio, secondo la pur stereotipata e ormai invecchiata veduta padano-centrica, dire FAR SUD, o meglio ancora FAR SUD ITALIA ("far meridione" per i più raffinati). Sì, perchè da noi, il concetto di SUD è un concetto (quello sì) che trascende i riferimenti topografici e sfora nel costume, nell'etnia, nell'antropologia comportamentale.
In campo alimentare, per esempio, la "bagna cauda" FA OVEST, mentre la "sopressata" FA SUD ITALIA. Ma allora il WEST che c'entra?
Siamo italiani, parliamo italiano.
Quando a carnevale, vediamo un bimbo vestito da pistolero con tanto di cinturone, allora sì diciamo pure che quello è un "FAR WEST" , mentre quando siamo in coda davanti al bancone del "Caffè" ,in attesa del nostro turno per ordinare, e qualcuno ti passa davanti spintonandoti per arraffare l'ultima tartina appassita, allora quello è un FAR SUD ITALIA. Cerchiamo di cambiare il nostro modo di parlare, di valorizzare le nostre tradizioni, elevare la nostra essenza mediterranea, riaffermare la nostra cultura.
Mi viene una rabbia, se penso a quando ero un adolescente.
Andavo in giro con i jeans e quei giubettini, pure di jeans, con le maniche tagliate (ve li ricordate?). Ero convinto di FAR WEST e invece riuscivo solo a FAR SUD ITALIA.
Un po' come mi capita oggi in certi momenti, solo che oggi sono più consapevole. E' una scelta "nazionalista".
Buona tartina a tutti

giovedì 18 dicembre 2008

Dinamiche trascurabili 3^ - Riti personali

C'è almeno un rito per ciascuno di noi.

Come si scende dal letto; la prima cosa che si fa al mattino; quando suona la sveglia; la postura che si assume una volta seduti a tavola; la sigaretta; il cioccolatino; la lettura sulla tazzona del cesso. Riti sessuali, scaramantici (ormai sempre più rari), riti dell'essere, dell'avere, dell'apprire.
Massì forse la catalogazione più utile a esemplificare è quest'ultima: riti dell'essere, dell'avere, dell'apparire.

Un esempio del rito dell'essere? Sei per strada e pensi ai caxxi tuoi, la via e affollata e a un certo punto, intravedi davanti a te, a una trentina di metri, una persona che conosci e che esercita un qualche potere su di te (può essere un tuo capo, un ragazzo/a che ti piace, piuttosto che quel tipo/a che ti sta sul culox da quella volta o che magari esercita una qualche forma di soggezione nei tuoi confronti) allora, dall'istante esatto in cui intravedi questo soggetto cominci a preparati (ora 'azzo gli dico a questo/a), imposti un sorriso, piuttosto che un atteggiamento di indiffrenza o sorpresa. Ma non importa quanto ti puoi preparare: Sempre, o quasi (fateci caso) la primissima frase sarà "Ahhh CCCiaooo".
In quell' ahhhh CCCIaooo si l'estroflette un rito dell'essere, l'esplosione della nostra inadeguatezza, l'affermandosi del principio secondo il quale la personalità, il carattere, la cultura non sono mai abbastanza forti, di fronte agli istinti rituali.

Vogliamo parlare di riti dell'avere?
Parliamo allora di estratti conto. Sì quelli che ci arrivano per posta. C'è gente che apre la busta freneticamente, quindi stende bene i fogli e, mentre li avvicina al viso, comincia a strusciarli gli uni con gli altri con una lentezza disarmante, l'occhio è pallato, la linguetta è fuori. Esattamente come farebbe un giocatore di poker dilettante.
Prima cifra ".. 1..Forse ho speso troppo sto mese, il giubbotto, quelle scarpe..maledette scarpe color cacca...".
Seconda cifra"..2..Basta con queste cene del caxxo, e di quà e di là, che poi fanno anche male...".
Terza cifra ".. La virgola??? Ma come: la virgola???? No, la virgola nooooo...12,75 euro in banca..."
Una minipizza e una media e stop.

Ma i più evidenti sono i riti dell'apparire.
Uno che perde i capelli, tenderà a spazzolarli sempre meno e soprattutto si curerà sempre, perennemente, di contare quelli che svolazzano solitari sulla spazzola dopo questa consueta operazione.
"Oggi solo cinque...Evvai!!! Mi si è bloccata la caduta..."
Poi magari il giorno dopo sono otto e la giornata assume tutt'un altro aspetto. C'è gente che si deprime per un capello in più e uno in meno sul pettine al mattino
E vogliamo parlare del rito della bilancia???
Qui parlo in prima persona, perchè è un fenomeno che mi riguarda direttamente.

Il venerdì per me è il giorno della pesa. Il giorno in cui tutto il comportamento alimentare della settimana assume un significato. Negativo o positivo che sia.
Il corteggiamento alla bilancia comincia una volta sceso dal letto. Il primo giro intorno è di autoconvincimento
"Caxxo come sono leggero questa mattina...Oh mamma che gambette mi sono venute...Dovrà essere calato almeno un chilo..."
Il secondo giro è quello della denudazione: via il pigiama, via anche la mutanda.
"No, così almeno un chilo e mezzo in meno..."
Il terzo giro è quello del grande passo. Poggio prima uno zampone e si accende il led della bilancia digitale, compare 0,00. C'è ancora il tempo per un pensiero autogratificante
"No, sono sicuramente calato...Non può essere altrimenti..Sta settimana è andata bene..Forse ho perso qualche grammo anche sui piedi"

Poi la bilancia esprime il suo giudizio e il resto è storia scontata.
Se mi ha gratificato allora mi peso due volte e fischiettando vado a segnare sul registro il più o meno netto miglioramento.
Se invece mi ha mortificato, posso arrivare a pesarmi anche 20 volte.
"Perchè tanto si sa che queste bilance digitali non valgono un caxxo e dipende da come ci sali...Bisogna fare la media fra tutte le pesate".

Ora la domanda la lascio a voi:
Se un capello in più o in meno sulla spazzola può far mutare di umore una persona.
Un chilo in più o in meno sulla bilancia che effetti può indurre?

Chissà, forse se taroccassimo tutte le bilance digitali del mondo, lo stesso mondo sarebbe migliore.

Buon rito personale a tutti

mercoledì 17 dicembre 2008

Dinamiche trascurabili 2^ - Paradisi

Una cosa è difficile spiegarsi: è un fatto noto che tutti gli esseri viventi sono attratti dalle cose belle, buone o profumate.
Oggettivamente, ma anche soggettivamente, questa regola si spinge fino ad alcuni limiti.
Per esempio, perchè le mosche...?
Al di là di spiegazioni di carrattere naturalistico, ne urge una di carattere..ehm.. filosofico.
Forse la natura nel concepire questi esserini ha voluto stravolgere le proprie leggi per puro gusto goliardico?
O forse in questo modo si è voluto evidenziare il carattere soggettivo di ogni nostra percezione?

Penso a una mosca che nasce e muore (sempre nel giro di pochi giorni) in un allevamento di bestiame.
Penso a quanto sia felice. Una cacca di quà, una cacca "dillà":
"bzzz..bzzz...mmmm...questa ha mangiato del fieno marcito..hei laggiù ce n'è una, la 72, che ha digerito male ieri sera...yahuuuu...bzzz...bzzz..bzzz..slurrp..."

E così si sviluppano dinamiche strane, che uno non si spiega se non con il detto mai utilizzato abbastanza:

"Il paradiso è ovunque tu ti senta in paradiso" *

Buon eden a tutti

martedì 16 dicembre 2008

Dinamiche trascurabili 1^ - Accendini

Non so se valga per tutti, ma avete mai notato che ciclicamente ci si ritrova in mano molti più accendini, o molti meno, di quelli che si comprano?
E soprattutto: si usano sempre accendini diversi da quelli che si ricorda di aver comprato. E poi ancora che raramente ti capita di vederne uno che si esaurisce fra
le tue mani.
Questo cosa vuol dire?
Se è davvero così:

1°) Ci sono in giro fumatori che in un anno comprano un sacco di accendini e fumatori che, invece, ne comprano pochissimi e usano quelli che trovano. Dei primi la frase tipica è: "CaZXX, ho comprato l'accendino ieri e mi è già sparito". Dei secondi: "Mi ritrovo in tasca accendini strani che non comprerei mai"

2°) Ci sono in giro fumatori che usano accendini sempre nel pieno della
carica e, al contrario, altri a cui capitano accendini quasi sempre "morenti".
I primi sono quelli che accendono la sigaretta a testa alta, i secondi sono quelli che si curvano, bestemmiando sottovoce.

3°) Ci sono stormi di accendini che migrano. Si spostano in gruppo magari
seguendo una direzionalità la cui dinamica sarebbe interessante valutare.
La frase tipica di chi è investito dal pieno di questo "flusso migratorio"
è "Ho in tasca tre accendini e non so di chi sono, ne vuoi uno?". La frase
tipica di chi è ben lontano da questa scia: "L'altro giorno cercavo un accendino in casa e son dovuto uscire a comprarlo. Erano le tre del mattino".

Sì, d'accordo, sono dinamiche trascurabili. Ma se al posto degli accendini
ci fossero i soldi? O peggio ancora i sentimenti? O peggio del peggio ci
fosse la felicità?

Io sto attento perchè, magari, le "autostrade" sono le stesse, le direzioni
come le dinamiche pure. Cambia solo l'importanza di quello che si sposta.
Magari.

Perchè?

Sono arrabbiato. Vediamo se mi passa scrivendo.
Ci sarà tempo per le chiacchiere.
Oggi, se mi chiedo a che XXXX serve un blog, l'unica risposta è questa.
Sono arrabbiato. Vediamo se mi passa scrivendo.
Ah, c'è anche un'altra cosa: voglio anche che qualcuno capisca,intuisca, con chi sono arrabbiato.
Se qualcuno ce la fa, mi scriva, lo scriva.
Ora ciao.
Come primo intervento ho già scritto troppo e... Vedo che non mi sta passando.